Nel 2024, tra 638 e 720 milioni di persone (un decimo della popolazione mondiale) hanno sofferto la fame. È quanto emerge dal nuovo rapporto “The State of Food Security and Nutrition in the World” pubblicato dalla FAO e riportato da Vita.it. Dietro queste cifre ci sono volti, famiglie, bambini e anziani che non riescono a nutrirsi a sufficienza.
Le aree più colpite restano l’Africa, con oltre 300 milioni di persone denutrite, e l’Asia, con circa 323 milioni. Anche l’America Latina e i Caraibi registrano numeri drammatici, con 34 milioni di persone che non hanno abbastanza da mangiare.
Secondo l’ONU, questo significa che l’obiettivo di “Fame Zero” entro il 2030 sarà impossibile da raggiungere, perché a quella data ancora oltre mezzo miliardo di persone non avranno la sicurezza di cibo.
Le cause dell’emergenza
Le cause di questa emergenza sono molteplici e interconnesse. Il cambiamento climatico porta con sé siccità e inondazioni che distruggono i raccolti; le guerre aggravano ulteriormente la situazione. L’inflazione e l’aumento dei prezzi alimentari rendono difficile, per milioni di famiglie, acquistare anche solo il necessario per sopravvivere.
Chi di noi ha vissuto guerra e la fame conosce bene il valore del cibo e della solidarietà, hanno visto con i propri occhi quanto sia importante condividere anche il poco che si ha. È con questa memoria che possiamo comprendere a fondo il dramma che stanno vivendo milioni di persone e scegliere di non restare indifferenti.
Cosa si può fare
Sostenere chi si impegna a garantire accesso al cibo significa trasmettere alle nuove generazioni non solo un aiuto concreto, ma anche un’eredità di valori: la cura, la responsabilità e la speranza. Ogni gesto, anche il più piccolo, può trasformarsi in un seme di vita per chi oggi non ha la certezza di un pasto.
Come scrive Vita.it, il sistema alimentare globale è rotto, ma proprio per questo è il momento di unirci e di agire.
Con il TUO sostegno, insieme possiamo continuare a nutrire non solo corpi affamati, ma anche il futuro di intere comunità, come già stiamo facendo con i nostri progetti.